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Giampiero Mancini “Sognavo di girare uno spot con la Roma, Florenzi è un attore, Gervinho un pusher”

Giampiero Mancini “Sognavo di girare uno spot con la Roma, Florenzi è un attore, Gervinho un pusher” Un Parco giochi. Divertente, spensierato, a tu per tu con i beniamini più amati. Giampiero Mancini sorride ancora eccitato per la sua grande fortuna: aver girato gli spot Volkswagen con i giocatori della Roma. Proprio lui, romanista sfegatato. “Lo desideravo da morire. Pensavo: sai che [...] Details

Giampiero Mancini “Sognavo di girare uno spot con la Roma, Florenzi è un attore, Gervinho un pusher”

Un Parco giochi. Divertente, spensierato, a tu per tu con i beniamini più amati. Giampiero Mancini sorride ancora eccitato per la sua grande fortuna: aver girato gli spot Volkswagen con i giocatori della Roma. Proprio lui, romanista sfegatato. “Lo desideravo da morire. Pensavo: sai che forte sarebbe girare uno spot per la Roma. Poi un giorno mi arriva la telefonata della Volkswagen. È proprio vero che quando desideri una cosa, poi si avvera”.

Magari fosse sempre così. A Mancini è successo, due momenti fantastici che gli hanno cambiato la vita
“Ne ho fatte di cose, televisione, fiction, teatro. Ma un attore ha mille facce altrui, mentre qui sono me stesso, la battuta facile, il sorriso, l’ironia. Questo è piaciuto. E mi è cambiata la vita: mi fermano per strada, hanno cominciato a invitarmi alle trasmissioni sportive…”.
Merito anche di co-protagonisti d’eccezione, i giocatori della Roma e il mitico Garcia
“Pazzeschi. Florenzi? Un collega. Sì, un attore vero, fatto e finito, un guitto, uno squacquerone, ha i tempi giusti, è già sul set. Cinematografico al 100 per cento”.
Accidenti…
“No, è proprio così. Quando smetterà con il calcio deve assolutamente fare l’attore. Se non lo fa, è un pazzo. Il prossimo anno debutto con un mio musical a Seul, una trascrizione di Turandot. Lo vorrei in scena per la prima”.
Gli altri?
“Balzaretti lo vedo perfetto come cavaliere senza macchia, Benatia nel supercattivo dal cuore d’oro, De Santis un sergentino rude, sigaro in bocca, ma occhi dolci, Dodò in Glauco, il bello della tragedia greca, Gervinho un pusher alla Spike Lee”.
Manca Totti.
“Forse per soggezione. Lo ricordo a Pescara quando regalò ad un reparto ematologico un macchinario costoso. A Trigoria mi sentivo come un bimbo che a Disneyland incontra Topolino. Anche se è assolutamente amichevole, spontaneo, genuino, come nelle sit-com con Ilary. Spero che un giorno ci riprovi”.
De Rossi?
“È effettato, già dentro un set, con un po’ di puzzetta sotto il naso. Ma lui ha la compagna attrice…”.
Garcia?
“Un personaggio di Moliere, ironico, leggero, molto credibile. Povero: gli hanno fatto fare infiniti ciak, ma ha avuto una grande disponibilità”.
Meglio gli spot dell’anno scorso o questi?
“Assolutamente questi ultimi. L’anno scorso c’era Osvaldo, un Johnny Deep con le sue bizze da star. Questa volta c’è stata più coesione”.
Pronto per la terza serie. Intanto da romanista?
“Pronto per il secondo posto: il massimo che si può fare, ma decisi a puntare più in alto. La Roma è sempre meno provinciale, ha fatto acquisti importanti, ha buoni sponsor. Lo sento. E quando lo sento io, si avvera…”.

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