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Il segreto di Giampiero Mancini: ciò che visualizzo avviene

Il segreto di Giampiero Mancini: ciò che visualizzo avviene L'attore Mancini dello SMO di Pescara: "Il difetto empatico è l'unica cosa che non si può perdonare ad un attore" Aveva 10 anni quando a scuola disegnò un gabbiano che tentava senza arrendersi, fino al sangue, di volare verso il mare ma era legato da una pesante [...] Details

Il segreto di Giampiero Mancini: ciò che visualizzo avviene

L’attore Mancini dello SMO di Pescara: “Il difetto empatico è l’unica cosa che non si può perdonare ad un attore”
Aveva 10 anni quando a scuola disegnò un gabbiano che tentava senza arrendersi, fino al sangue, di volare verso il mare ma era legato da una pesante catena alla spiaggia. Quella catena, riuscì a spezzarla presto per volare verso una carriera artistica intensa e piena di soddisfazioni.
Giampiero Mancini, attore e fondatore dello SMO, scuola di recitazione a Pescara, esordì a soli 18 con “Il grigio” di Gaber che riscosse successo e ebbe riconoscimenti dal pubblico, dalla critica e da Giorgio Gaber in persona.
Da piccino il suo attore preferito era Bud Spencer e una delle più grandi soddisfazioni è stata lavorare con lui. Attore di molte fictions come “Ris 4“,”Distretto di Polizia 7 e 8“, “I Delitti del Cuoco“), per Raitre (“La Squadra 8“), per Raidue (“7 Vite” e “Narcotici” e per SKY Raisat Gambero Rosso (“Bollicine sotto torchio” e “Piatto ricco“), scrive e collabora con l’orchestra sinfonica del festival di SanRemo, inoltre è in scena in questo momento con “La cena dei cretini”, il 23 luglio debutterà al Porto turistico di Pescara, dove recentemente ha portato Lectura Dantis (reduce da Salisburgo).
L’appuntamento è al Porto di Pescara dietro le quinte di Estatica: mentre i macchinisti allestiscono la scena, Giampiero è al pianoforte che suona una melodia. Il suo look ricorda vagamente Angelo Infanti negli anni ’70, alto, baffetto all’italiana, sorriso intenso e misterioso. Segno zodiacale Gemelli, ama il cinema Giapponese e il suo habitat teatrale è il monologo, anche se lavora in compagnia, lui è un animale da palcoscenico che domina il pubblico e lo porta con sè nei suoi viaggi immaginari.
Mancini in questa intervista ci parla dei suoi impegni, passioni, desideri, sogni.

Nella vita hai mai dovuto scendere a compromessi?
I compromessi si incontrano nella vita. L’importante è che non comprino la tua anima.

Sei mai stato raccomandato?
Mai.

Collabori con l’Orchestra sinfonica del festival. Qual è il tuo ruolo?
Sono la voce recitante e scrivo il copione, le storie, i dialoghi.

Spesso si sente dire che la maggior parte della gente non apprezza il teatro impegnato. Secondo te è vero?
C’è una buona parte della gente che ama questo tipo di spettacolo. Inoltre sono convinto che se si dà qualità le persone l’apprezzano e non c’è lobotimizzazione.

Che caratteri interpreti nelle fictions di solito?
Il mio è sempre un ruolo da cattivo. In Narcotici, la finction che sto girando ora, interpreto sempre il ruolo del bandito, violentatore o cose simili.

C’è un sogno professionale che non hai realizzato ancora?
Tutto quello che volevo fare l’ho fatto però, magari, un film con un regista indipendente…

Secondo te perchè mancano gli investimenti per il cinema indipendente in Italia?
I produttori hanno paura di fallire se rischiano con idee nuove, di qualità. Sono convinti, così, che alla gente piacciono le banalità. Io penso, però, che non sia così.

Un attore italiano che stimi particolarmente?
Ugo Tognazzi, mi è piaciuto tanto in “La grande abbuffata”.

Una meta di viaggio mai realizzata?
Andrò a MAchu PIchu, mi manca. Ho viaggiato molto.

Sei pignolo?
Pretendo energia. Il difetto empatico è l’unica cosa che non si può perdonare ad un attore.

Come scarichi la rabbia dell’artista?
Dipingo. Ho lasciato il figurato per l’astratto.

Ti arrabbi mai con i colleghi?
No. Solo una volta mi è successo ma avevo ragione.

Il tuo peggior nemico?
La noia, la combatto sempre. Io ho una frenesia isterica con il lavoro e non mi godo mai quello che accade. Non aspetto. A Roma stavo male. A Roma devi aspettare. Ho passato molto tempo tra feste e gossip. E poi è tutto un “faremo, vediamo, ti chiamo, ci sentiamo”. Io credo molto nella meritocrazia e posso garantire che se una persona è brava lavora.

Qual è il tuo segreto?
Ogni volta che nella mia vita ho desiderato fare qualcosa, l’ho pensata e poi è successa. Tutto quello che visualizzo avviene.

Dici mai bugie?
Sono un attore e le dico ma poi me ne convinco.

Tu sei il fondatore dello Smo. Parlaci della scuola di recitazione di Pescara.
Vengono molti nomi importanti a fare stage e lezioni.  Il corso è aperto non solo a chi desideri diventare attore ma a tutti. Anche chi vuole imparare a comunicare, vincere la timidezza, ad esempio per avvocati, managers, chi lavora con il pubblico. Il teatro è un’esperienza per tutti, per impostare la voce, aprirsi, formarsi.

Ci sono corsi per bambini?
Certo, è aperto dai tre anni in poi. Collaboriamo anche con progetti scolastici. e i bambini, se sono ben diretti riescono a sbalordire sul palco. Inoltre le lezioni vengono organizzate, non solo con l’insegnante di recitazione, sono presenti sempre una sociologa e una educatrice. Io insegno agli adulti anche se con i bambini abbiamo fatto lavori molto belli e interessanti.

E’ un’opportunità lo SMO per chi sogna di diventare attore?
Si, perchè i più bravi li ingaggiamo in compagnia e lavorano. Come nella “Cena dei cretini”, che stiamo portando in scena, anche a Pescara, al Porto.

Oggi molti pensano che sia facile diventare attori e non occorre studiare come hai fatto tu. Cosa dici a queste persone?
C’è una distorta visione dell’arte. Non è quanto duri, siamo meteore, scompariamo. Quello che conta è solo la qualità del tuo lavoro.

Leggi l'articolo su Il giornale di Montesilvano