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Intervista a Top

Intervista a Top 1 Come nasce la tua passione per il mondo della recitazione? Nasce da un istinto ancestrale. Credo che attori lo si nasca per elezione o maledizione, e recitare diventa con il passare del tempo la più entusiasmante e totalizzante dipendenza. Riflettevo con amici colleghi proprio qualche sera fa di quanto sia facile la [...] Details

Intervista a Top

1 Come nasce la tua passione per il mondo della recitazione?

Nasce da un istinto ancestrale. Credo che attori lo si nasca per elezione o maledizione, e recitare diventa con il passare del tempo la più entusiasmante e totalizzante dipendenza. Riflettevo con amici colleghi proprio qualche sera fa di quanto sia facile la vita degli artisti: non nel perseguimento della propria realizzazione, il percorso è irto e difficoltoso, io mi riferisco alla facilità con la quale si individua la rotta. In molti casi non c’è proprio scelta, al contrario di tante persone che non sanno cosa fare della loro vita, un artista sa con esattezza cosa farne e con altrettanta sicurezza sa cosa non vuole fare. Un artista raramente cade nel comune equivoco di confondere quello che si è con quello che si fa. Uno scrittore è uno scrittore anche quando lavora alle poste come Bukowsky. Per molti individui dire quello che si fa spesso equivale anche a dire quello che si è. Un artista qualunque cosa faccia resta un artista. Non di rado passo sul set anche quando non ho pose per vedere i miei colleghi lavorare. Guardo recitare attori nei film o a teatro. La recitazione spesso mi spiega chi sono e cosa potrei essere, cosa potrei divenire o cosa sarei potuto diventare. Sono assolutamente affascinato dalla trasformazione e da ciò che la recitazione fa agli individui. Seguire giorno per giorno le evoluzioni e il divenire costantemente in fieri di chi comincia a studiare recitazione fino ad essere formato. Formato ma non compiuto. Il processo,che è essenzialmente un percorso privativo e che procede per “sottrazione”, si protrae per tutta la vita. La recitazione è una costante inclinazione al furto: da un gesto ad una espressione, da un modo di reagire ad una modulazione timbrica. Il processo e vibrante, e diventa con il tempo una esperienza della quale non si può fare a meno. Parafrasando il Conte di Rochester, la recitazione è la mia droga, e il mio stato di assuefazione è ormai ad una tale gravità da aver bisogno di droga della migliore qualità.

2 Tra tutti i ruoli finora interpretati di quale sei più orgoglioso?

Molti in verità. Di ogni personaggio mi è rimasto impigliato qualcosa nella svestizione. Un odore, un presagio, un colore… Con il protagonista de “Il Grigio” l’aderenza è totale, non sarebbe corretto parlare di orgoglio, l’orgoglio presuppone comunque una distanza ed una contemplazione da un punto di vista comunque straniato nell’ambito di una catarsi allopatica, mentre con lui il rapporto è osmotico e assolutamente omeopatico. Per il cinema senza dubbio Giacomo Puccini ne “Il Grande Caruso” di Stefano Reali. Il Maestro di Torre del Lago è probabilmente il musicista che prediligo e mi sento “visceralmente” legato a lui da un “fil rouge” indissolubile. Dalla passione per le auto sportive ad un certo universo “romantico”, dalla nostra evidente somiglianza fisica al carattere vivace ma riservato, sono molte le cose che ci accomunano. Tra l’altro io credo fermamente alla fatalità mai alla casualità e mentre giravo il film e lo interpretavo, sono stato incaricato dall’Opera di Seul di scrivere il musical tratto proprio dalla “Turandot” di Carlo Gozzi, favola dalla quale è stato tratto il libretto e la relativa opera di Puccini. A novembre sono stato a Ravenna al Teatro Alighieri nell’ambito della rassegna di Fussi sulla voce artistica dove ho presentato uno studio sulla Tosca per voce attoriale e piano solo, più di così…

3 Lo scorso anno hai girato uno spot con Francesco Totti. Com’è stato dividere il set con lui?

Francesco è il mio capitano. E’ una persona che stimo oltremodo la cui umanità forse eguaglia solo la sua inarrivabile statura calcistica. Francesco è spontaneo con una grande forza comunicativa. Io sono un tifoso sfegatato quindi tornare a girare a Trigoria nella tana dei miei lupi è una grandissima gioia ed un divertimento unico.

4 Se un domani Totti archiviasse la sua avventura sportiva avrebbe qualche possibilità sul palcoscenico?

Sicuramente! Francesco ha una simpatia contagiosa, un motteggiatore con la battuta sempre pronta. Dovrebbe essere lasciato libero di improvvisare. Lo vedrei molto bene magari in una situazione tipo casa Vianello con Ilary. Ma dubito che questo possa avvenire, perché mi pare fin troppo evidente che il giorno in cui Totti giocherà la sua ultima partita sarà quello dell’apocalisse. Un nuovo Golgota, il cielo nero che si divide, i quattro cavalieri che scendono. Io non riesco neanche ad immaginarla una partita della mia Roma senza il mio capitano.

5 Quest’anno, invece, hai ripetuto l’esperienza con Daniele De Rossi. Impressioni?

Sempre fantastiche. Ci divertiamo moltissimo. Daniele è magnetico e molto carismatico, gran cuore grande personalità sono felicissimo che sia tornato ai suoi livelli e che sia sereno, e’ senza dubbio il migliore acquisto della Roma quest’anno. Ma vorrei segnale Alessandro (Florenzi) che è davvero bravo, un talento naturale che potrebbe essere tranquillamente un collega. Spontaneità, senso della scena , ritmica istintiva. Ma come dice Nietzsche “l’amore è tutto tranne che uno strumento di conoscenza”. Io sono totalmente innamorato della roma e dei miei cavalieri, quindi non sono obbiettivo. Sono davvero tutti fantastici e avrei per ognuno un ruolo; Federico (Balzaretti) sarebbe un Parsifal perfetto un cavaliere senza macchia generoso e vibrante, Medi (Benatia) un obliquo super cattivo di un action – movie, Morgan (De Sanctis) un rude sergente dal cuore tenero di un film di guerra, Dodo’ il Glauco della tragedia o Perseo o qualunque eroe della mitologia, Gervino un caratterista magari un simpaticissimo pusher …

6 Un ruolo che moriresti dalla voglia di interpretare? E un artista con cui desidereresti collaborare?

Mi piace viaggiare, adoro il mare, i fumetti e disegnare.… non posso che rispondere Corto Maltese. Pratt dichiarò che, non potendo più essere interpretato da Burt Lancaster giovane, l’unico che avrebbe potuto sostenere i silenzi di Corto Maltese senza perderne l’espressività sarebbe stato David Bowie, forse aveva ragione ma non essendoci conosciuti mi tengo il beneficio del dubbio e la mia ammirazione e la mia stima incondizionata per la creatura ed il creatore, che sono essenzialmente la stessa persona. Quindi il ruolo che avrei voluto interpretare e l’artista con il quale avrei voluto collaborare sono Corto e Hugo.insieme.

7 Quali sono le principali difficoltà per un attore nel 2013?

Le medesime di sempre. Oggi come ieri, essere attore vuol dire intraprendere un percorso che ti sceglie prima ancora che creda tu di averlo fatto. Essere attore è una droga, una croce, un cilicio e la più somma delizia. Un dono celeste che ti permette di vivere cose che ai più non sono concesse. Attori si nasce e in un certo senso esserlo è liberatorio perché non si può fare altro, per dirla alla Nietzsche, che tentare di “diventare ciò che si è”, e far in modo che l’essere attori diventi anche il tuo mestiere passando dal “sono” al “faccio”. L’essere attore vuol dire tentare di far in modo che ciò che nutre la tua anima possa nutrire anche il tuo stomaco, pagare i tuoi vizi, le tue bollette, le tue vacanze, le sigarette, le medicine, i tuoi libri e la tua spesa quotidiana. Essere un attore di certo non può voler dire attendere lo squillo di una agenzia che ti scelga, poi quello con il quale ti chiama per un colloquio, poi quello della casting che chiama l’agenzia per un provino, poi quello per essere riconvocato per un call back, poi quello della produzione etcc.. No. Non può e non deve essere questo! Essere attore vuol dire fare, fare e fare di tutto e proporsi facendo, non attendendo o imprecando da una torre isolata gli altri che “sicuramente più fortunati o raccomandati lavorano” o il destino che ti ha fatto nascere in provincia o il karma negativo che ti ha voluto vicino ad un ruolo etc. Essere attori vuol dire togliersi di dosso ogni atteggiamento di livore o vittimismo ed essere positivi entusiasti ed umili. Come dice Whoopi Golberg Si diventa attori perché si ama recitare , non per diventare famoso quello dipende dalla fortuna. Io credo che la fortuna sia un talento che incontra una opportunità. Le occasioni possono capitare e capitano , si può essere l’uomo giusto al momento giusto, ma l’uomo giusto deve avere qualche talento altrimenti si dura poco… i treni passano ma in quell’istante devi avere gambe forti per saltarci e magari la fortuna di averle in quel momento e proprio in quello…

8 Qualche giorno fa ti abbiamo applaudito al concerto dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, dove hai letto toccanti pensieri dei piccoli pazienti. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?

Moltissimo. Io avverto una sorta di “dovere morale” in occasioni come quella. Già solo per il vivere di un lavoro che amo profondamente mi fa sentire un privilegiato. Basta poco per dare tanto. Ho sempre offerto con estrema gioia il mio talento, qualche anno fa comprai grazie ad uno spettacolo un solleva – persone per il reparto di ematologia dell’ospedale di Pescara e nel corso del tempo ho sempre partecipato con piacere ad iniziative benefiche. In questo ultimo caso lo scorso 2 dicembre in sala Nervi ringrazio in primis Andrea (Bocelli) e Veronica che mi onorano della loro amicizia e il meraviglioso staff del Bambino Gesù per avermi dato l’ opportunità di dare una mano a raccogliere fondi per il reparto pediatrico di terapia intensiva.

9 Cos’altro bolle in pentola nella sfera professionale?

Gli enigmi di Turandot. Debutterà in primavera in Corea, il musical moderno che ho scritto per l’Opera di Seul con le musiche di Roberto Molinelli. Lavoro stimolante e molto impegnativo, con i dovuti scongiuri credo sarà un successo, le premesse ci sono tutte. In estate spero di tornare per la seconda stagione sul set de “i segreti di borgo larici” di Alessandro Capone, bellissima serie , ruolo delizioso, amici e colleghi carissimi…

10 Nella vita di tutti i giorni, quando non lavori, come ti piace trascorrere le tue giornate?

Diceva Joseph Conrad: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?” Credo sia difficile per un artista segnare un confine tra il lavoro e il non lavoro. Un attore ruba e ruba sempre in generale dalla bellezza ed in particolare dal modo di addentare un panino di un qualunque avventore in un autogrill. Ecco diciamo che nel mio tempo libero rubo. Rubo ai miei colleghi vedendo film, rubo agli scrittori, rubo ai musicisti… cerco di impiegare il mio tempo in attività comunque creative. Sicuramente cerco di usare il trapano. Senza riferimenti o allusioni sessuali. Trovo insulsi pretesti per usare proprio il trapano elettrico con il mandrino. Oggi un uomo senza trapano non è nessuno. Ho una bottega di attrezzi e un campionario di viti e brucole da poter fare il manutentore almeno in due galassie. Sono assolutamente un “fai-da-te-addict” e faccio “fai da te estremo”, imbarcandomi in lavori nettamente al di sopra delle mie limitatissime capacità e delle mie scarse competenze, ma monto , smonto aggiusto e miglioro ma mai per necessità, sempre e solo per poter usare in primis il trapano e a seguire gli altri attrezzi (ride). Io per lavoro faccio cose che la stragrande maggioranza dei miei simili fa per hobby o nel tempo libero; viaggiare, suonare, cantare, vedere film, leggere etc… quindi il mio tempo libero presumo che possa essere più vicino al mestiere di qualcun altro. Quando non armeggio con i miei attrezzi in inutili migliorie acquisto materiale tecnologico che non userò. Ma mi conforta circondarmici. Sono pigro e non leggo le istruzioni, anzi, non leggo le istruzioni perché non sono portato né per l’elettronica né per la tecnologia, quindi, mi sembra tempo sprecato tanto non capirei. Cucino e viaggio e guardo serie televisive mentre gioco al calcio con l’ x – box: sono scarsissimo ma appassionato e perdo continuamente, allora spengo il gioco per non salvare le sconfitte e rigiocare, baro molto. Ecco, direi che si può sintetizzare in questo modo: nel mio tempo libero gioco a fifa guardando contemporaneamente serie televisive per dare l’impressione di non tenerci tanto ma non è così quindi quando le sconfitte si protraggono smetto per cucinare, penso ad un piatto sfizioso ed esco per comprare il necessario, vado in qualche centro commerciale dove “casualmente” posso saccheggiare tecnologia che non userò, il tutto pensando a dove e come poter usare i miei attrezzi e il trapano.

11 Com’è il tuo rapporto con la fede?

Non sono così fortunato da aver ricevuto il dono della fede, perché credo sia un grande aiuto, ma avendo avuto una formazione repressiva e flagellatoria alle scuole superiori in Istituto Cattolico di suore il mio rapporto con la fede è irrimediabilmente compromesso e, reso contraddittorio da quegli anni per me orribili. Dove non avendo i mezzi e gli strumenti per poter scindere la chiesa dalla fede l’ossimoro si è assolutamente sovrapposto. Nel mio agnosticismo di due cose sono assolutamente certo che se Dio esiste l’ultimo posto in cui lo si possa incontrare siano quei corridoi e questi Istituti e che l’uomo non ha bisogni di maestri ma di esempi. A tal proposito credo che la direzione intrapresa da Papa Francesco, che mi piace molto, vada in questa direzione. Credo che esista una forza, una energia ma non immanente e temo che non occorra pregarla per fare in modo che qualcosa vada per il meglio da una operazione ad un esame, credo che ci se la debba cavare da soli perché guardando ogni giorno quanto accade nel mondo e tutto il dolore degli innocenti è difficile pensare che ci sia un meraviglioso progetto celeste… ma spero di sbagliarmi.

12 Tra dieci anni, a 360gradi, come ti piacerebbe vederti?

Non riuscirei a vedermi neanche tra 10 minuti. Sono assolutamente “miope” sulla visione del futuro. Magari farò il tassista a Kathmandu o venderò tonni nel mercato del pesce a Tokio e avrò una bellissima campana… Diceva qualcuno che la vita è quella cosa che ti capita mentre sei impegnato a fare altri progetti. Spero di cuore di potermi occupare con la stessa passione delle cose che mi fanno battere il cuore e che le cose che mi danno da vivere continuino a farmi battere il cuore. Recitare, dirigere, scrivere ed insegnare. Se possibile, e questa è la cosa che più conta, in buona salute.